Angelica attese in corridoio, davanti all’ufficio di Rupert. Lui le aveva detto che se avesse immaginato quello che era accaduto la notte della prova, avrebbe dovuto dirglielo. Allora riscrisse la storia con la grafia più chiara possibile, la mise in una bella cartella nuova e gliela consegnò. Sembrava un ‘idea così bella, fino a quando lui non aprì la cartella, cominciò a leggere e le chiuse la porta dell’ufficio in faccia.

Perchè gliel’aveva data? Tutta quella storia era ridicola. La sua Ester parlava come se invece che nell’antica Persia vivesse nel 1998, e il suo re portava il jeans ed era buffo e goffo invece di essere reale. Reale. E la storia. Oddio, c’era tutta una roba di sesso, con Ester legata al letto mentre il re se la scopava.

Ed ora il suo prete la stava leggendo.

Angelica tornò nella dispensa e si mise a sistemare le donazioni. Perchè non c’era nessuno che regalava i ringo? Voleva solo mangiarsi un pacchetto intero di ringo e piangere per ore, ascoltando Whitney Houstun che cantava i will always love you a ripetizione. Invece andò in bagno e scoprì che le erano venute le sue cose. Questo spiegava le lacrime e la voglia di Ringo. Forse spiegava anche il suo improvviso momento di temporanea follia, quando aveva lasciato che Rupert leggesse la sua stupida storia.

Afferrò lo zaino e sedette sulla panchina fuori dall’ufficio d Rupert. Se lui fosse stato lì a chiamare gli infermieri della neuro perchè venissero a prenderla, voleva essere nei paraggi per strappargli il telefono di mano e perorare la sua causa. Per ammazzare il tempo, tirò fuori il nuovo libro di matematica e cominciò a sfogliarlo.

Ma che cazzo è questa roba?”, gridò mentre cercava di decifrare le spiegazioni che aveva davanti.

Angelica. Dillo tra te e te”.

Scusa”, mormorò lei. “Matematica”.

Scusata”.

Lo guardò. Aveva la sua storia in mano.

Mi scomunichi, vero?”

Perchè hai scritto questa storia?”, le domandò lui.

Non lo so. Stavamo parlando di Ester e di quello che era accaduto quella notte e… ho pensato che scriverlo sarebbe stato divertente. Così ho iniziato a scrivere e non sono riuscita a fermarmi”.

Non riuscivi a fermarti?”

No. Era come se la mia mano fosse posseduta da un demone che la faceva correre su e giù per il foglio”.

Si afferrò il polso destro come se fosse un collo e finse di strozzarlo finchè non si afflosciò.

Comunque, scusa. Non ti farò più leggere le mie storie strane”.

leggerò tutto quello che scrivi. Scrivi molto meglio di me”.

Davvero? Pensavo che fossero stupidaggini”.

Stupidaggini?”

Sì, sciocchezze. Infantili. Ho fatto battute sull’ imene”.

E’ satira”, osservò Rupert.

Satira? Non volevo fare satira. Volevo solo rendere la storia divertente per mostrare quanto sia ridicolo scegliere un capo di Stato solo perchè è bravo a letto”.

Usare l’umorismo per evidenziare le manie degli uomini, in genere di natura politica, fino a ridicolizzarle è satira, Angelica. E’ una forma di umorismo sofisticata e difficile che solo pochi autori adulti sanno padroneggiare”.

Oh”, fece lei. “Fico”.

Se non stai attenta, ti metto a lavoro sulla mia tesi”.

Angelica arrossì. Rupert sembrava parlare sul serio.

Non credi che gli farei venire un colpo, ai vecchi preti che leggono la tua tesi?”

Ne hai fatto quasi venire uno a me”, disse. Abbassò gli occhi sulla sua storia e scosse la testa. Lei si sentì immensamente orgogliosa di se stessa. Solo un raccontino e aveva conquistato Rupert.

Sentì qualcosa, qualcosa che non aveva mai provato prima. Potere. Poteva mettere le parole su un foglio e fare in modo che un uomo adulto pensasse cose perverse: per esempio, come sarebbe bello legare una vergine al letto e spassarsela fino all’alba. Era una sensazione che le piaceva, e le poteva dare assuefazione.

Posso tenerla?”, le domandò Rupert.

Vuoi tenere la mia storia?”

Penso che dovrei confiscarla. Sei troppo giovane per leggere cose del genere”.

Penso che dimentichi qualcosa: le ho scritte”.

La tengo io”, ribadì lui.

D’accordo, però devi darmi qualcosa in cambio”.

Che cosa vorresti? Ti prego, mantieni le richieste al di sopra del collo”.

Angelica acconsentì, con un sospiro. Non si poteva chiedergli di metterla a pecorina sulla panca, allora. Bene. Se era furba poteva ricavarne qualcosa. Lei gli aveva dato una storia sexy che aveva scritto con le sue mani, qualcosa di privato, personale, segreto. Segreto?”

Dimmi un segreto”, mormorò. “Di qualsiasi genere. Poi puoi prenderti la mia storia”.

Rupert fece un gran respiro.

Qualcosa mi dice che mi pentirò di averti rivelato questo, ma forse è un bene che tu lo sappia”.

Che cosa dovrei sapere?”

Ho un amico”, disse infine Rupert.

Un amico? Questo è il grande segreto?”

Non hai chiesto un grande segreto. Solo un segreto”

Perchè il tuo amico è segreto?”

E’ un segreto”.

Angelica aprì la bocca e la richiuse subito.

Ecco”, riprese Rupert. “Volevo farlo già da un po’”. Mise una mano in tasca e ne estrasse una scatolina d’argento. La aprì e tirò fuori un biglietto da visita. Carta nera. Inchiostro d’argento. Le porse il biglietto a qualche centimetro dalla sua mano.

prima di darti questo biglietto, devi farmi una promessa”, disse. “Non lo mostrerai a nessuno. Lo terrai per te. Non chiamerai il numero che c’è scritto sopra. Non andrai mai a quell’indirizzo, se non per un emergenza assoluta. E per assoluta intendo un avvenimento che si potrebbe definire apocalittico. Puoi farmi questa promessa?”

Lo prometto”, rispose lei.

Rupert la fissò per un altro istante, poi le lasciò il biglietto.

Ti sto offrendo un re in cambio del tuo re”, le fece notare Rupert, tenendo in alto la sua storia.

Angelica lesse il biglietto.

Alain, Alain interprises” c’era scritto. “ 40 via della repubblica”.

Il biglietto non conteneva altre informazioni, solo un numero di telefono.

Alain. Vive nella via principale di Roma? Dove abitano i ricchi,no?”

Rupert piegò la testa.

Alain non è privo di mezzi”.

Allora è ricco?”

Schifosamente”, rispose Rupert.

Ha una Ferrari?”

Ne ha due”.

Angelica riflettè un momento. Ora sapeva di chi era la Ferrari con cui Rupert se n’era andato quella sera.

E’ anche pericoloso, piccola, e non sto usando questa parola così per dire”.

Soffocò un sorriso. Quando la chiamava piccola le tremavano le dita, le prudevano i piedi e le si contorcevano le cosce.

Mi piace già. E’ lui il tuo amico?”

Sì. Ora metti via il biglietto. Tienilo da parte. Da usare solo in casi di emergenza, chiaro?”

Chiaro”.

Angelica infilò il biglietto nella tasca posteriore.

D’accordo, adesso puoi prendere la mia storia”.

Grazie”. Rupert si mise la cartelletta sotto il braccio. “Prima di prendere pieno possesso di questo raffinato esempio di satira erotica, posso farti una domanda?”

Vorrei proprio che non lo facessi”.

Perchè il re lega Ester al letto?”.

Angelica abbassò la testa di lato. Non si aspettava quella domanda.

Non lo so. Ho letto un mucchio di libri di Annie Rice e c’è un sacco di roba simile”.

Io credo che tu sappia perchè l’hai fatto, e il motivo non è che l’hai letto in un libro. Dimmi la verità”.

Lei riflettè per un momento sulla domanda.

Credo che la legò al letto per la stessa ragione per cui un uomo intelligente che non è un idiota chiuderebbe la sua Ducati con un lucchetto”.

Perchè non vuole che gliela rubino?”

No”, replicò lei, e sapeva di avere la risposta giusta. Se fosse stato un compito in classe, si sarebbe presentata solo con la matita.

Allora perchè?”

Perchè a lui piace così”.

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